Il Cerebro connesso: Il grande show della Luna
Superluna rossa |
Ben più facili da osservare saranno le eclissi di Luna, ben due quelle visibili dal nostro Paese: la prima sarà totale, ma avverrà il 21 gennaio ad un orario scomodo, poco prima dell'alba."Ci potremo rifare la sera del 16 luglio, con un'eclissi parziale che oscurerà quasi i due terzi del disco lunare", ricorda Volpini. La voglia di protagonismo della Luna sarà così tanta che il 2 febbraio occulterà Saturno e poi cancellerà quasi completamente le stelle cadenti del 2019. Per cominciare, 'asciugherà' le famose lacrime di San Lorenzo: "il picco delle Perseidi tra l'11 e il 13 agosto verrà abbagliato dalla luna quasi piena, che lascerà qualche scampolo per l'osservazione solo alla fine della notte", sottolinea l'astrofisico Gianluca Masi, responsabile del Virtual Telescope. Simile infausto destino toccherà anche alle Geminidi di dicembre, "che saranno completamente cancellate dalla luna piena". A riempire questo vuoto non saranno affascinanti comete (come quella di Natale che ha salutato il 2018), bensì tre pianeti: Giove si metterà in bella mostra all'opposizione il 10 giugno e darà vita a due brillanti rendezvous con Venere il 22 gennaio e il 24 novembre, mentre Saturno si offrirà agli sguardi dei curiosi il 9 luglio, quando raggiungerà la minima distanza dalla Terra.
Aprile 2019 |
Nuova il 5, sarà Luna Rosa il 19, ovvero la Luna Piena chiamata rosa nella tradizione americana, dal dal muschio rosa, o dal phlox selvatico, un fiore molto diffuso in America, simile all’ortensia, con una particolare fioritura rosata che anticipa quella primaverile tipica degli altri fiori. Non sarà quindi veramente rosa, ma è bene non dimenticare questo nome, che ci ricorda come, prima di essere confinati (e decimati) dai coloni europei, i nativi americani potessero ancora ammirare paesaggi naturali che si tingevano di un colore rosaceo, per un certo periodo “incontrastato”. Una curiosità: la tradizione europea chiamava Luna Rosa (o Hot Moon) la luna piena di giugno, questa volta in modo più “appropriato”, poiché, a causa delle temperature sempre più calde e della posizione del nostro satellite rispetto all’atmosfera, l’astro può assumere (tuttora) un leggero alone rosato.
Maggio 2019 |
Nuova il 4 maggio, tornerà piena (Luna dei Fiori nella tradizione americana) il 18 e sarà Luna Blu. A dispetto del nome, comunque, non sarà veramente blu. In realtà il fenomeno è “semplicemente” una insolita (ma nemmeno poi tanto) distribuzione di lune piene e che quest’anno è ancora più singolare.
In generale, infatti, si chiama Luna Blu la seconda luna piena di uno stesso mese, ma quest’anno viene “applicata” la definizione antica: ovvero la terza di una stagione che ne contiene quattro. Nella primavera 2019 la luna sarà infatti piena quattro volte: il 21 marzo, il 19 aprile, il 18 maggio e il 17 giugno. Per avere invece due lune piene nello stesso mese dovremmo aspettare ottobre 2020.
Ma perché blu se non è blu? Il nome deriva in realtà solo dalla sua presunta rarità: “once in a blue moon” (“una volta ogni luna blu”) è infatti un’espressione che vuole indicare qualcosa che non si verifica molto comunemente (anche se in realtà avviene ogni 3-5 anni). Un’altra spiegazione del singolare nome altrettanto diffusa riconduce invece il nome all'antico termine inglese “belewe”, ovvero tradire. Una luna traditrice, quindi, perché induceva a pensare che fosse finita la stagione anche se non era così
Giugno 2019 |
Solstizio d’estate con la luna quasi al primo quarto. Nuova il 3 sarà infatti al primo quarto il 25 del mese, mentre il passaggio all’estate è previsto il 20 giugno alle 17.54 ora italiana. La quarta luna piena di primavera (che rende “blu” quella di maggio) è invece prevista per il 17 giugno. La Luna piena di giugno è chiamata Luna delle Fragole dai nativi americani a causa della raccolta delle fragole, che cade appunto nel mese di giugno. Mentre nella tradizione europea è detta Luna Rosa, poiché l’astro può assumere (tuttora) un leggero alone rosato, a causa della calura estiva e della posizione del nostro satellite rispetto all’atmosfera,
da fonti varie
Marcello Spadola
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