Il Football da bordo campo: La parola al protagonista Andrea Gabrielli.
Ci sono due tipi di persone. Quelle che fanno le cose e quelle che affermano di averle fatte. Il primo gruppo è decisamente meno affollato. Questo è quanto scriveva il pensatore americano Mark Twain e probabilmente non aveva tutti i torti. Però come sempre alle regole si contrappongono le eccezioni, una delle quali sicuramente si trova in una società di Serie B del nord-est.
Benvenuti nell’Associazione sportiva Cittadella dove i ragazzi delle giovanili si allenano a una rete di distanza dalla prima squadra, mentre i signori del paese danno il cinque ai giocatori nel tragitto spogliatoio-campo. Dove dal 1973 c’è la medesima e solida proprietà, la famiglia Gabrielli, e dove un allenatore dura anche dieci anni e comunque mai meno di tre. Una proprietà capace di portare la squadra dalla promozione ai vertici della Serie B, dove non si è mai perso di vista la sostenibilità economica e una mission che vede la società, e in primis il suo direttore Stefano Marchetti, alla continua caccia di promesse o di giocatori vogliosi di riscatto ma soprattutto di uomini, quelli che i Gabrielli vogliono negli uffici e in campo. La normale conseguenza di tutto questo è vedere i vari Gorini, Musso, Pierobon, Pivato, Redigolo, Sgarbossa ma i nomi potrebbero essere tanti altri spegnere candeline decennali all’interno del club o vestire la maglia dello staff dopo aver tolto quello della squadra dove, da giocatori, hanno militato durante la loro carriera.
Venti squadre giovanili, maschili e femminili, dai ‘Piccoli amici’ alla Primavera, un centro d’allenamento essenziale ma completo, uno stadio, il Tombolato da oltre 7500 posti coperto nelle due tribune per cui il nastro fu tagliato nella stagione 1981-82 quando la squadra giocava in Interregionale. Gli uffici una strada più in là, la Gabrielli Spa nemmeno a un chilometro in linea d’aria. Ecco in pillole servito il miracolo Cittadella o meglio il modello Cittadella: ‘Ci piacerebbe allargare gli orizzonti del nostro tifo anche aldilà dei confini del paese – ci dice nell’intervista di queste pagine il presidente Andrea Gabrielli – a tutti coloro che hanno un certo modo di pensare il calcio’.Se è vero che a Cittadella gli uomini, lo staff, il management e i collaboratori contano forse un po’ di più che altrove, rimane intatta tutto il merito e l’importanza della famiglia Gabrielli, protagonista dal 1973 della cavalcata dalla Promozione ai primi posti della Serie B.
Imprenditore nel ramo siderurgico, Andrea Gabrielli dal 2009 è presidente del Cittadella e guida assieme ai suoi fratelli la Gabrielli S.p.A. di Cittadella in continuità con il lavoro svolto dal padre Angelo, fondatore di azienda e club: «I valori che ci ha tramesso – spiega Andrea Gabrielli – non sono mai stati messi in discussione. Noi li abbiamo seguiti dando magari un po’ di modernità, cambiando nella tradizione». 25 anni sotto la stessa proprietà. Un record a livello nazionale…
«La società da quando è nata nel 1973 ha avuto sempre nella famiglia Gabrielli il proprio riferimento rappresentando una continuità anche nel modo di fare calcio. Parallelamente con questa logica diventa un punto focale portare avanti le stesse persone nell’ambito dell’organigramma, persone che hanno sempre dimostrato fedeltà e affetto per i colori ricevendo da parte nostra sicurezza nel trattamento economico. L’Associazione Sportiva Cittadella nacque nel 1973 dalla fusione di due squadre cittadine, l’Unione Sportiva Cittadellese e l’Olimpia Cittadella. La Cittadellese, con colori sociali bianco e azzurro, fu fondata nel 1920, mentre l’Olimpia, con colori bianco e verde, nel 1948. La fusione fu voluta dall’allora presidente dell’Olimpia Angelo Gabrielli. Al momento della fusione la Cittadellese militava in Prima Categoria e l’Olimpia in Promozione. L’accordo fu siglato il 21 giugno 1973. Da allora si contano otto promozioni e due retrocessioni. conferma delle sue idee, conferma che gli viene accordata 90 volte su 100. I fatti dimostrano che con il suo lavoro ha costruito il bene della società e il mio compito diventa molto semplice». Una gioia e una delusione. «Il primo anno di permanenza in Serie B: capimmo che anche noi potevamo starci. Alla seconda domanda la risposta è facile, la retrocessione in Lega Pro». Dare la possibilità ai propri collaboratori di potersi esprimere al meglio è una capacità imprenditoriale fra le più importanti per la famiglia Gabrielli. Parliamo inevitabilmente di futuro… «Pur essendo consapevole che la prossima stagione potremmo trovarci in B a lottare per la salvezza, non possiamo nascondere la realtà, i playoff dell’anno scorso e il buon piazzamento di quest’anno. Tutto ciò aiuta a vedere il futuro con più ambizione e con la voglia di fare un salto di qualità. Siamo ottimisti di poter consolidare i successi degli ultimi campionati e ad ambire anche a qualcosa di più». Un ultimo complimento. Se tutte le piazze portassero un abitante su due allo stadio non ci sarebbe il problema del calo di spettatori… «Sicuramente la crescita c’è stata ma siamo lontani dall’obiettivo che ci siamo prefissati. C’è ancora molto da fare ma siamo ottimisti che il Cittadella possa diventare una realtà sportiva fuori dai confini territoriali, per tutti coloro che credono a un calcio sano basato sui valori e si sentono allineati a questo modo di fare sport». Dopo 17 anni di convivenza qual è il rapporto con il direttore Marchetti? «Di estrema fiducia. Solitamente è lui che si confronta con il sottoscritto e chiede do noi aiutano a ottenere risultati sportivi al pari di quelli che sono considerati elementi tangibili come ad esempio la qualità tecnica dei giocatori». Inseriamo fra gli ingredienti del frullatori anche la serenità. Quattro allenatori in vent’anni… anche questo è un numero da record. «Questa non è una piazza dove dopo quattro sconfitte sei esonerato. La tranquillità secondo il nostro credo garantisce l’opportunità di dare il massimo: dare la possibilità ai propri collaboratori di potersi esprimere al meglio è una capacità imprenditoriale fra le più importanti. Il primo anno di permanenza in Serie B: capimmo che anche noi potevamo starci. Se è vero che a Cittadella gli uomini, lo staff, il management e i collaboratori contano forse un po’ di più che altrove, rimane intatta tutto il merito e l’importanza della famiglia Gabrielli, protagonista dal 1973 della cavalcata dalla Promozione ai primi posti della Serie B.
Fonti varie
Marcello spadola
Andrea Gabrielli Presidente del Cittadella |
Venti squadre giovanili, maschili e femminili, dai ‘Piccoli amici’ alla Primavera, un centro d’allenamento essenziale ma completo, uno stadio, il Tombolato da oltre 7500 posti coperto nelle due tribune per cui il nastro fu tagliato nella stagione 1981-82 quando la squadra giocava in Interregionale. Gli uffici una strada più in là, la Gabrielli Spa nemmeno a un chilometro in linea d’aria. Ecco in pillole servito il miracolo Cittadella o meglio il modello Cittadella: ‘Ci piacerebbe allargare gli orizzonti del nostro tifo anche aldilà dei confini del paese – ci dice nell’intervista di queste pagine il presidente Andrea Gabrielli – a tutti coloro che hanno un certo modo di pensare il calcio’.Se è vero che a Cittadella gli uomini, lo staff, il management e i collaboratori contano forse un po’ di più che altrove, rimane intatta tutto il merito e l’importanza della famiglia Gabrielli, protagonista dal 1973 della cavalcata dalla Promozione ai primi posti della Serie B.
Imprenditore nel ramo siderurgico, Andrea Gabrielli dal 2009 è presidente del Cittadella e guida assieme ai suoi fratelli la Gabrielli S.p.A. di Cittadella in continuità con il lavoro svolto dal padre Angelo, fondatore di azienda e club: «I valori che ci ha tramesso – spiega Andrea Gabrielli – non sono mai stati messi in discussione. Noi li abbiamo seguiti dando magari un po’ di modernità, cambiando nella tradizione». 25 anni sotto la stessa proprietà. Un record a livello nazionale…
Il presidente Gabrielli con Marchetti |
Venturato l'allenatore del Cittadella |
«La società da quando è nata nel 1973 ha avuto sempre nella famiglia Gabrielli il proprio riferimento rappresentando una continuità anche nel modo di fare calcio. Parallelamente con questa logica diventa un punto focale portare avanti le stesse persone nell’ambito dell’organigramma, persone che hanno sempre dimostrato fedeltà e affetto per i colori ricevendo da parte nostra sicurezza nel trattamento economico. L’Associazione Sportiva Cittadella nacque nel 1973 dalla fusione di due squadre cittadine, l’Unione Sportiva Cittadellese e l’Olimpia Cittadella. La Cittadellese, con colori sociali bianco e azzurro, fu fondata nel 1920, mentre l’Olimpia, con colori bianco e verde, nel 1948. La fusione fu voluta dall’allora presidente dell’Olimpia Angelo Gabrielli. Al momento della fusione la Cittadellese militava in Prima Categoria e l’Olimpia in Promozione. L’accordo fu siglato il 21 giugno 1973. Da allora si contano otto promozioni e due retrocessioni. conferma delle sue idee, conferma che gli viene accordata 90 volte su 100. I fatti dimostrano che con il suo lavoro ha costruito il bene della società e il mio compito diventa molto semplice». Una gioia e una delusione. «Il primo anno di permanenza in Serie B: capimmo che anche noi potevamo starci. Alla seconda domanda la risposta è facile, la retrocessione in Lega Pro». Dare la possibilità ai propri collaboratori di potersi esprimere al meglio è una capacità imprenditoriale fra le più importanti per la famiglia Gabrielli. Parliamo inevitabilmente di futuro… «Pur essendo consapevole che la prossima stagione potremmo trovarci in B a lottare per la salvezza, non possiamo nascondere la realtà, i playoff dell’anno scorso e il buon piazzamento di quest’anno. Tutto ciò aiuta a vedere il futuro con più ambizione e con la voglia di fare un salto di qualità. Siamo ottimisti di poter consolidare i successi degli ultimi campionati e ad ambire anche a qualcosa di più». Un ultimo complimento. Se tutte le piazze portassero un abitante su due allo stadio non ci sarebbe il problema del calo di spettatori… «Sicuramente la crescita c’è stata ma siamo lontani dall’obiettivo che ci siamo prefissati. C’è ancora molto da fare ma siamo ottimisti che il Cittadella possa diventare una realtà sportiva fuori dai confini territoriali, per tutti coloro che credono a un calcio sano basato sui valori e si sentono allineati a questo modo di fare sport». Dopo 17 anni di convivenza qual è il rapporto con il direttore Marchetti? «Di estrema fiducia. Solitamente è lui che si confronta con il sottoscritto e chiede do noi aiutano a ottenere risultati sportivi al pari di quelli che sono considerati elementi tangibili come ad esempio la qualità tecnica dei giocatori». Inseriamo fra gli ingredienti del frullatori anche la serenità. Quattro allenatori in vent’anni… anche questo è un numero da record. «Questa non è una piazza dove dopo quattro sconfitte sei esonerato. La tranquillità secondo il nostro credo garantisce l’opportunità di dare il massimo: dare la possibilità ai propri collaboratori di potersi esprimere al meglio è una capacità imprenditoriale fra le più importanti. Il primo anno di permanenza in Serie B: capimmo che anche noi potevamo starci. Se è vero che a Cittadella gli uomini, lo staff, il management e i collaboratori contano forse un po’ di più che altrove, rimane intatta tutto il merito e l’importanza della famiglia Gabrielli, protagonista dal 1973 della cavalcata dalla Promozione ai primi posti della Serie B.
Fonti varie
Marcello spadola
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