Il Football di Marcello Spadola: Denis Law the King.
Fu un colpo al cuore, per lui e i tifosi. Il Re, The King come i supporter dello United l'avevano ribattezzato, fu spodestato e scaricato senza tanti complimenti alla corte degli acerrimi rivali. Si aprì dunque la stagione 1973-1974, e per i Red Devils fu l’ennesimo disastro: con 7 sconfitte nelle prime 12 partite, la cessione di Law si fece sentire così tanto che uno dei capocannonieri della squadra, con due gol, su rigore, all’attivo era Alex Stepney, il portiere. Fuori dalla League Cup in ottobre e dalla FA Cup in gennaio, l’unico obiettivo,proprio come accaduto l’anno prima, rimase la salvezza. Ad aprile tre vittorie fecero sperare, ma il pareggio a Southampton e la sconfitta contro l’Everton obbligarono la squadra a vincere alla penultima giornata, confidando al tempo stesso nella vittoria del Norwich contro il Birmingham. Peccato che alla penultima giornata fosse in programma il derby. Manchester United - Manchester City, Denis Law contro quel glorioso passato che lo rese Re.
Denis Law The "King" |
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Da sinistra: George Best, Bobby Charlton, Denis Law |
Denis Law supera Bobby Moore |
Tiro al volo di "The King" |
"Quella partita passerà alla storia come "The Denis Law Game"e quel colpo di tacco diventò per tutti “la rete che fece retrocedere lo United”. I Red Devils furono relegati al termine di un campionato disastroso, terminato con un bottino di 32 punti ottenuti in 42 partite: 10 vittorie, 12 pareggi e ben 20 sconfitte che decretarono il penultimo posto in classifica. E poco importa se alla fine sarebbero retrocessi ugualmente a causa del successo del Birmingham sul Norwich, che avrebbe reso vano ogni eventuale risultato positivo nel derby. In quel pomeriggio del 27 aprile 1974 si consumò una tragedia sportiva senza precedenti per la parte rossa di Manchester, amata e tradita da colui che per undici anni ne era stato forse il membro più rappresentativo che si vendicò per essere stato scaricato senza troppi complimenti assestando il colpo di grazia.
A rendere il tutto più crudele, ci pensò a sua insaputa lo stesso Denis Law. Nell’agosto dello stesso anno annunciò infatti il ritiro dal calcio, deciso a malincuore per via della volontà del nuovo manager Tony Book di farlo giocare solo nella formazione riserve. Così Law, dopo aver preso parte ai mondiali con la Nazionale scozzese e segnato il suo ultimo gol in assoluto nella Texaco Cup contro lo Sheffield United, appese definitivamente le scarpe al chiodo il 26 agosto 1974. Quello segnato al Manchester United divenne di fatto l’ultimo goal segnato nella sua carriera in competizioni ufficiali. Un goal che lui stesso avrebbe preferito non gli venisse mai assegnato, ma che alla fine rimane il più famoso dei 265 realizzati nei 18 anni della propria vita dedicata al calcio: “Dopo 19 anni in cui avevo dato tutto quello che avevo pur di fare gol, alla fine ne avevo segnato uno che avrei quasi voluto non segnare”. 11 anni di prodezze, titoli, vittorie e riconoscimenti individuali non furono intaccati da una rete tanto bella quanto beffarda, dolorosa, ma soprattutto triste. Proprio come lo sguardo di Denis Law subito dopo quella magia di tacco, quando si rese conto del delitto perfetto appena compiuto. Eppure, a Old Trafford, nonostante una retrocessione subita all’ultima giornata, nel derby e per mano di colui che fino a qualche mese prima la folla riteneva un Re, le gesta di quel ragazzo scoperto e voluto da Sir Matt Busby rimangono tuttora una delle pagine più belle che un anziano tifoso dei Red Devils possa raccontare ai propri nipotini. Perchè, nonostante tutto, the King will always be the King.
fonti varie
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Marcello Spadola
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