Marcello Spadola : L'arco, la freccia, l'Arciere e la vecchiaia

La poesia "l'Arco, la Freccia, l'Arciere", di seguito riportata, mi sembra metta in luce ed evidenzi, con sufficiente efficacia, le fasi della vita di ognuno di noi e renda possibile un percorso introspettivo che conduce, alla consapevolezza di aver vissuto e di aprirsi alla complessità della vecchiaia. Ciò significa porsi in posizione d’ascolto, saper cogliere le storie che riaffiorano dal passato in veste di protagonisti, cogliere le diverse identità del nostro “io tessitore” che “collega e intreccia; che, ricostruendo, costruisce e cerca quell’unica cosa che vale la pena di cercare – per il gusto di cercare – costituita dal senso della nostra vita e della vita” (Demetrio, 1996, p. 15); si tratta di un presente che, attraverso la narrazione del sé, modella e ricrea il passato intrecciandolo ad un progetto esistenziale unitario in grado di restituire alla persona la trama della propria vita.




L'Arco, la Freccia, l'Arciere



L'Arco, la Freccia, l'Arciere.
                       (Marcello Spadola)

L'Arco non può tendersi e la Freccia 
posizionarsi correttamente da sola. 
L'artefice del tiro è l'Arciere, noi
l'Arco nelle mani di Chi ha creato
il Tutto. La Freccia che prendiamo 
con amorevole cura dalla faretra e 
guardiamo con occhi pieni di infinita 
dolcezza è pronta. 
Le sussurriamo parole che custodirà 
come un tesoro durante il viaggio.
Quando come crisalide si trasformerà 
in Arco riaffioreranno rassicuranti come 
nuove e pronte per la nuova Freccia. 
Agli Archi e alle Frecce esaurita la 
Missione, sarà chiaro il Senso della Vita.



La vecchiaia

Dar voce alla vecchiaia, “far parlare” questa stagione della vita, spesso difficile da accettare, sicuramente complicata da gestire, ma che è detentrice di un’identità personale e storica ineguagliabile che cela tra le trame di racconti a volte ridondanti altre volte confusi un patrimonio inestimabile di saggezza. Narrar-si per restituire al proprio essere dignità e senso, per affermarsi in una società del qui e ora che troppo spesso dimentica gli anziani, i nostri anziani, il nostro passato, in realtà un presente che ci spaventa e che preferiamo non ascoltare. Sembra che la vita ad un certo punto nella vecchiaia non abbia più nulla da raccontare, come se gli anziani non avessero segreti o vite da indagare perché ogni giorno la loro vita ci appare una recita, con le stesse entrate e le stesse uscite, tutto uguale, lineare, monotono, tutto quello che, in realtà, rifuggiamo. Invece il parlare di sé e delle proprie esperienze di vita, specie se queste sono molteplici come solo per la vecchiaia è immaginabile, rende possibile un percorso introspettivo che conduce all'accorgersi e alla consapevolezza di aver vissuto. Il racconto di sé, dei tempi passati, della vita presente e delle aspettative future restituisce identità all'anziano e offre un senso alle esperienze di vita creando un nesso temporale e intergenerazionale tra presente e passato in vista del futuro. “Il processo di invecchiamento, in quanto processo, è estremamente complesso, intessuto con altri aspetti della vita, pertanto non può essere ridotto ad una mera fase della vita alla quale dispensare buoni consigli e non può essere banalizzata con il tentativo di ridurne la propria complessità” (Volpicella, 2014, p. 14).
fonti varie
Marcello Spadola

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