Il Football di Marcello Spadola: La squadra d'oro.

Avevo dodici anni nel 1956 e in camera allora avevo una radio "Phonola" che la sera qualche volta ascoltavo. Una sera, nel mese di ottobre di quell'anno, una edizione straordinaria del radiogiornale annunciò che i carri armati sovietici avevano invaso l'Ungheria, reprimendo così i sogni di libertà del popolo ungherese che, con Imre Nagy alla guida, aveva dato il via alla rivoluzione .Non vi nascondo che fui preso da una profonda emozione e che trattenevo a stento le lacrime che volevano uscire. In quei giorni, prima di entrare in classe, alla Scuola Media Statale "L.Picciola"di Pesaro cercavo di commentare con i compagni di classe quegli episodi che stavano accadendo al di là della cosidetta "cortina di ferro".
La sconfitta di Imre Nagy e della "sua " idea" di Ungheria coinvolse inevitabilmente anche il mondo
dello sport e del calcio in particolare segnando la fine di un mito, quello della


                                                              
La Grande Ungheria o Aranycsapat
     
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Inghilterra - Ungheria Le squadre all'ingresso in campo

Inghilterra - Ungheria fasi di gioco


Inghilterra - Ungheria
"Aranycsapat o Grande Ungheria la squadra d'oro com'era stata definita. Era riconosciuta, in quel periodo, portatrice di un'idea di calcio offensivo e altamente spettacolare.Il suo Ct Gusztav Sebes aveva intuizioni e idee che potremmo definire oggi "moderne " nella accezione migliore del termine. che precorrevano i  tempi e senza dubbio sarebbero state fonte di ispirazione per i fautori del  "Calcio totale Olandese."Affondavano le radici nel "Wunderteam austriaco" di cui Sebes era grande ammiratore e udite udite  nel gioco dell'Italia campione del Mondo nel 1934 e 1938.
La Grande Ungheria o Aranycsapat vinse i Giochi olimpici del 1952 e la Coppa intercontinentale 1948-1953 e arrivò in finale ai Mondiali del 1954 che perse contro la Germania Ovest 3-2. Di quella partita giocata il 4 Luglio e che in bianco e nero vidi in televisione furono scritte tante cose, ma la sensazione che ebbi era di un evidente ingiustizia e che quella Coppa sarebbe stata meglio nelle mani del capitano ungherese Ferenc Puskas.Una rivista tedesca "Kicker" che a lungo aveva seguito le partite di quella Nazionale scrisse che "Novanta minuti erano troppo pochi per un football così



Ungheria - Germania Ovest 2-3 tiro di Puskas


Ungheria - Germania Ovest gol di Rahn 


Ungheria - Germania Ovest gol di Morlock


meraviglioso". Sebes schierava tatticamente la squadra con il classico Sistema ma fece una modifica fondamentale che lo fece passare alla storia. Disponendo di due interni, eccezionali uomini gol  Kocsis e Puskas intuì di mettere al centro dell'attacco un uomo più portato alla manovra che alla conclusione e che trovò in Nandor Hydegkuti e così nacque il modulo ad "M". Gli allenatori dopo di lui che ne apprezzarono la validità inserirono  il così detto centravanti alla "Hydegkuti" e che recentemente è stato ribattezzato in "falso nueve". Sebes era poi un convinto assertore della formazione costituita da "blocchi" e  potendo contare su un mosaico formato dai  giocatori della leggendaria Honved aveva trovato la soluzione ottimale. Ferenc Puskas, Jozsef Bozsik, Zoltan Czibor e Sandor Kocsis erano  campioni già noti a livello mondiale. Nell'epoca post-rivoluzionaria, mentre alcuni giocatori della Honved che, al monento della rivoluzione, si trovavano all'estero per una partita
di Coppa dei Campioni rientrarono in patria, altri come Czibor e Kocsis vennero ingaggiati dal Barcellona e Puskas andò a impreziosire le fila del Real Madrid di Di Stefano, Gento, Santamaria. Bearzot Campione del Mondo in Spagna nel 1982 sfruttò l'amalgama dei campioni della Juve che
in quegli anni erano davvero numerosi : Zoff,  Gentile, Tardelli, Cabrini, Rossi, Scirea per citarne alcuni. Una strategia e un "modus operandi", non casuale, che viene dal passato.Tanti "innovatori" di oggi, di ieri, ma io direi anche dell'altro ieri si sono, diciamo così, "ispirati"e aggiungo saggiamente a moduli e strategie che "sono sempreverdi". I migliori hanno aggiunto del loro come Arrigo Sacchi "vero filosofo visionario" ma profondamente pragmatico.La leggenda di questa "squadra d'oro" si costruì sulle fantastiche dimostrazioni di calcio su tutti i campi e sul fatto che tra il 1950 e il 1954 collezionò 29 vittorie e 3 pareggi su 32 partite con 143 gol fatti e 33 subiti, Nei giorni della rivolta la grande squadra si dissolse anch'essa come il sogno rivoluzionario d'indipendenza di Imre Nagy. Il "mito" della Aranycsapat, forse la più grande di tutti i tempi, era caduto in pezzi per non rinascere mai più .
Ci resta, indelebile,il ricordo delle qualità dei giocatori e della Aranycsapat : i colpi di testa
di Kocsis che arrivava a colpire ad altezze che gli altri neanche immaginavano, il dribbling diabolico e la meravigliosa visione di gioco di Puskas che di Stefano definì il migliore del mondo e quei novanta minuti di football meraviglioso che sapevano regalare ovunque giocassero.
fonti varie
Marcello Spadola

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