Il Football di Marcello Spadola: Andrea Pirlo l ' "Architetto" del calcio.
Per l'ultimo atto della carriera ha voluto vicino a sé i suoi affetti più cari, perché anche se il suo era un addio annunciato fa sempre un certo effetto. Andrea Pirlo, a 38 anni, ha dato l'addio al calcio, giocando i cinque minuti di recupero, dal 90′ al 95′, concessi dall'arbitro nel match fra la squadra dell'ex rossonero e juventino, il New York City, e il Columbus Crew di Federico Higuain, fratello del 'Pipita', che va in finale di Conference proprio mentre la proprietà sta cercando di trasferire la franchigia ad Austin, in Texas. " Grazie a tutti"Con un lungo tweet Andrea Pirlo ha ufficializzato il proprio ritiro dal calcio giocato. La semifinale di Eastern conference della Mls, fra il 'suò New York City e il Columbus Crew, è stata quindi la sua ultima partita. "Il mio ultimo match in MLS. E, visto che il mio tempo nel NYFC è finito, scrive Pirlo, vorrei dire qualche parola.
Vorrei ringraziare ognuno di voi per l'appoggio che mi avete dato e la gentilezza con cui mi avete trattato in questa incredibile città. Grazie a tutti, allo staff tecnico, ai compagni e a tutti coloro che lavorano dietro le quinte. Non finisce solo la mia avventura a NY, ma anche il mio viaggio nel mondo del calcio come giocatore, quindi vorrei avere l'opportunità di dire grazie alla mia famiglia e ai miei bambini per il sostegno e l'amore che mi hanno sempre dato e tutte le squadre e i compagni con cui ho avuto l'onore di giocare. Grazie a tutti coloro che hanno reso così incredibile la mia carriera e a ogni tifoso che, nel mondo, mi ha dato il proprio supporto.Sarete sempre dalla mia parte, e nel mio cuore".Ci sono delle cose che speri che non accadano mai, attimi che vorresti durassero in eterno, amici che restassero per sempre al tuo fianco e calciatori che vorresti poter continuare ad ammirare ogni giorno, nonostante la carta d'identità vada nella direzione ostinata e contraria.
Andrea Pirlo è una di quelle cose lì. O anche tutte insieme. O sarebbe meglio dire che lo era. Si, perchè si è appena ritirato. Lo ha fatto alla sua maniera, senza troppi clamori, microfoni, conferenze stampa, maglie celebrative o partite d'addio. E' entrato a dieci minuti dal termine della partita tra i suoi New York City e i Columbus Crew mettendo così fine come ho sopra descritto, in un colpo solo, alla sua avventura oltreoceano e a quella sui campi da gioco.
Dunque cosa ci resta di questo campione? Cosa rimane del Maestro? Per i trofei basta digitare il suo nome su di un motore di ricerca qualsiasi e potreste perdervi dietro a Champions League, Scudetti e, perché no, una Coppa del Mondo con tanto di assist immaginifico nel penultimo minuto del secondo tempo supplementare della semifinale con la Germania e tanto altro.
Ci sono giocatori che quando toccano il pallone lo trasformano in arte e Andrea è stato uno di questi. Da puro e semplice movimento fino a qualcosa di più, un capolavoro senza tempo. Noi italiani siamo sempre stati battaglieri in campo ma, ogni tanto, nascono artisti fra i soldati, in questo caso fra i meccanici È la prima tappa del viaggio di Andrea, la sua città, la prima casacca. Il giovane Pirlo inizia a tirare i primi palloni proprio qui. Fin da piccolo il suo piede fatato aveva incantato mezza Italia, sognava Inter, ma alla fine fu Brescia. È Reja che lo lancia per primo, capisce fin da subito che potrebbe essere un fenomeno, la posizione, però, è un mistero. Inizia schierandolo come mezza punta e i risultati arrivano subito: titolare nel Brescia e sotto gli sguardi dell’Inter, la sua squadra. Il sogno è appena iniziato.Quando Pirlo sbarca a Milano è un ragazzino, ha 19 anni e gli occhi ancora pieni di sogni. Vorrebbe portare in alto la sua squadra, ma per lui c’è poco spazio e sente di non riuscire a crescere. Intanto la sua posizione cambia in un tunnel vorticoso trasformandosi da attaccante a centrocampista. Viene ceduto alla Reggina in prestito, un modo per dimostrare il proprio valore, per dimostrare a tutti che l’Inter non è troppo per lui. I risultati sembrano dargli ragione. In amaranto convince tutti, disputando un campionato da protagonista.
Con il Milan porterà a casa: 1 coppa Italia, 2 Champions League, 2 scudetti, 2 Supercoppe Uefa, 1 Supercoppa Italia e una coppa intercontinentale. In Nazionale non va peggio: i gol di Grosso e Materazzi ai mondiali del 2006 sono frutto dei suoi assist. Con l’arrivo di Allegri sulla panchina del Milan qualcosa si rompe. Non si sente apprezzato e a fine stagione sarà addio. Vuole rimettersi a combattere, gli servirebbe una squadra “storica”. Chi meglio della Juve ? Con il suo arrivo la Vecchia Signora ritorna a vincere e riapre un ciclo: 4 scudetti, 1 Coppa Italia e una finale di Champions persa.
Andrea Pirlo |
Vorrei ringraziare ognuno di voi per l'appoggio che mi avete dato e la gentilezza con cui mi avete trattato in questa incredibile città. Grazie a tutti, allo staff tecnico, ai compagni e a tutti coloro che lavorano dietro le quinte. Non finisce solo la mia avventura a NY, ma anche il mio viaggio nel mondo del calcio come giocatore, quindi vorrei avere l'opportunità di dire grazie alla mia famiglia e ai miei bambini per il sostegno e l'amore che mi hanno sempre dato e tutte le squadre e i compagni con cui ho avuto l'onore di giocare. Grazie a tutti coloro che hanno reso così incredibile la mia carriera e a ogni tifoso che, nel mondo, mi ha dato il proprio supporto.Sarete sempre dalla mia parte, e nel mio cuore".Ci sono delle cose che speri che non accadano mai, attimi che vorresti durassero in eterno, amici che restassero per sempre al tuo fianco e calciatori che vorresti poter continuare ad ammirare ogni giorno, nonostante la carta d'identità vada nella direzione ostinata e contraria.
Andrea Pirlo è una di quelle cose lì. O anche tutte insieme. O sarebbe meglio dire che lo era. Si, perchè si è appena ritirato. Lo ha fatto alla sua maniera, senza troppi clamori, microfoni, conferenze stampa, maglie celebrative o partite d'addio. E' entrato a dieci minuti dal termine della partita tra i suoi New York City e i Columbus Crew mettendo così fine come ho sopra descritto, in un colpo solo, alla sua avventura oltreoceano e a quella sui campi da gioco.
Dunque cosa ci resta di questo campione? Cosa rimane del Maestro? Per i trofei basta digitare il suo nome su di un motore di ricerca qualsiasi e potreste perdervi dietro a Champions League, Scudetti e, perché no, una Coppa del Mondo con tanto di assist immaginifico nel penultimo minuto del secondo tempo supplementare della semifinale con la Germania e tanto altro.
Ci sono giocatori che quando toccano il pallone lo trasformano in arte e Andrea è stato uno di questi. Da puro e semplice movimento fino a qualcosa di più, un capolavoro senza tempo. Noi italiani siamo sempre stati battaglieri in campo ma, ogni tanto, nascono artisti fra i soldati, in questo caso fra i meccanici È la prima tappa del viaggio di Andrea, la sua città, la prima casacca. Il giovane Pirlo inizia a tirare i primi palloni proprio qui. Fin da piccolo il suo piede fatato aveva incantato mezza Italia, sognava Inter, ma alla fine fu Brescia. È Reja che lo lancia per primo, capisce fin da subito che potrebbe essere un fenomeno, la posizione, però, è un mistero. Inizia schierandolo come mezza punta e i risultati arrivano subito: titolare nel Brescia e sotto gli sguardi dell’Inter, la sua squadra. Il sogno è appena iniziato.Quando Pirlo sbarca a Milano è un ragazzino, ha 19 anni e gli occhi ancora pieni di sogni. Vorrebbe portare in alto la sua squadra, ma per lui c’è poco spazio e sente di non riuscire a crescere. Intanto la sua posizione cambia in un tunnel vorticoso trasformandosi da attaccante a centrocampista. Viene ceduto alla Reggina in prestito, un modo per dimostrare il proprio valore, per dimostrare a tutti che l’Inter non è troppo per lui. I risultati sembrano dargli ragione. In amaranto convince tutti, disputando un campionato da protagonista.
Con il Milan porterà a casa: 1 coppa Italia, 2 Champions League, 2 scudetti, 2 Supercoppe Uefa, 1 Supercoppa Italia e una coppa intercontinentale. In Nazionale non va peggio: i gol di Grosso e Materazzi ai mondiali del 2006 sono frutto dei suoi assist. Con l’arrivo di Allegri sulla panchina del Milan qualcosa si rompe. Non si sente apprezzato e a fine stagione sarà addio. Vuole rimettersi a combattere, gli servirebbe una squadra “storica”. Chi meglio della Juve ? Con il suo arrivo la Vecchia Signora ritorna a vincere e riapre un ciclo: 4 scudetti, 1 Coppa Italia e una finale di Champions persa.
Andrea Pirlo, The Architect, il piede più dolce nella storia del calcio nel 2015 decide di trasferirsi a New York, per portare le sue gesta calcistiche al mondo del football e rendere immortale la sua leggenda, da dove il 5 novembre 2017 annuncia il suo ritiro.
fonti varie
Marcello Spadola
© Copyright - Riproduzione riservata
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