Il football di Marcello Spadola: Il primo Capitano dell' "England national football team"

Stella del primo calcio inglese e leader dell’Oxford University vincitore della FA Cup del 1874, campione anche di cricket, racquets, atletica leggera e pallacorda, fu il primo capitano dei maestri dell’Inghilterra, impegnata nella prima storica partita internazionale riconosciuta dalla FIFA, datata 30 novembre 1872, giocata all'Hamilton Crescent di Glasgow e terminata con un pareggio a reti inviolate. Fu insomma, con molta probabilità, il più grande sportivo della sua epoca Cuthbert Ottaway,  ma forse sarebbe il caso di essere meno riduttivi: Genio del calcio e non solo.


Cuthbert Ottaway il primo capitano della Nazionale inglese

                                                                             
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Pur eccellendo in moltissimi sport, furono calcio e cricket a prendere il sopravvento nella vita di Ottaway subito dopo la laurea in legge. Quel giorno Oxford celebrò il suo più grande atleta, capace di rappresentare l’università in ben cinque sport differenti e sempre con notevoli risultati, un record che dopo oltre 150 anni ancora non è stato battuto e probabilmente non lo sarà mai.La rapidità e la facilità di corsa che gli permettevano di eccellere come sprinter ben si accompagnavano ad un controllo di palla molto fine, inusuale per l’epoca e che gli permise di eccellere fin da subito come uno dei migliori attaccanti d’Inghilterra.
In un’epoca in cui il ‘passing game’ doveva ancora emergere, Ottaway fu il perfetto e splendido rappresentante di quello che il calcio era ai primordi, ovvero un gioco dove solo chi aveva qualità tecniche e fisiche superiori alla media e un notevole coraggio poteva distinguersi.
Eccellente nell’arte del dribbling, ai tempi fondamentale, egli era talmente abile con il pallone tra i piedi e coraggioso nel portare l’azione offensiva quanto tenace nel cercare immediatamente di recuperare il pallone perduto: il risultato era che spesso gli avversari finivano per essere schiacciati dalla sua forza dirompente e da quella dei compagni, ispirati da tanta classe e coraggio e che con entusiasmo raddoppiavano gli sforzi per dargli manforte.
Fu questo il motivo per cui, in vista della prima partita internazionale tra Inghilterra e Scozia fissata nel novembre del 1872, il capitano designato inglese Charles Alcock scelse proprio il ventiduenne Ottaway come suo sostituto: impossibilitato a poter partecipare per il riacutizzarsi di un infortunio, il mitico pioniere dei Forest intuì che sarebbe stata proprio la stella di Oxford la soluzione più adeguata per sostituirlo.
E così accadde, in una gara storica che l’Inghilterra dominò attaccando a testa bassa senza però riuscire a sfondare la strenua resistenza degli scozzesi, schierati per la maggior parte a guardia della propria parte in una gara che tatticamente fu caotica ma che ben rappresentava il football dell’epoca.
A livello di club, considerando l’esistenza di una sola competizione e di una carriera relativamente breve, Ottaway si distinse come pochissimi nella sua era, partecipando a tre finali di FA Cup consecutive dal 1873 al 1875 e alzando la coppa nel 1874, quando il suo Oxford University ebbe la meglio nell’ultimo atto sui Royal Engineers, i promotori del primissimo ‘passing game’ che nulla però poterono fare per arginarne la classe e la veemenza.
In questa gara il campione si distinse per una costante presenza nella metà campo avversaria e per aver ispirato entrambe le reti con cui l’Oxford chiuse la pratica nei primi minuti di gioco, rendendo vano il ritorno degli avversari – che si erano preparati per ben due settimane al match – anche grazie al prodigioso portiere Nepean.
Fu tuttavia la vittoria di Ottaway, che fu acclamato come grandissimo e dall’anno successivo passò nelle fila degli Old Etonians, confermando il suo peso specifico con il raggiungimento di una nuova finale ancora contro i genieri dell’esercito, i quali stavolta non si fecero trovare impreparati. Agendo di fianco al leggendario Arthur Kinnaird,
Ottaway fu una spina nel fianco avversario fino al 37° minuto, quando dopo un brusco intervento avversario fu costretto a lasciare il campo infortunato: la gara, terminata 1-1, fu ripetuta tre giorni dopo e vide la vittoria dei Royal Engineers anche per l’assenza del campione, che in pratica concluse qui la sua carriera nel football non riuscendo più a recuperare.Si dedicò quindi al cricket a tempo pieno, sport nel quale era stato sempre eccellente fin dalla giovane età. Proprio in tournée con la squadra scolastica, all’età di 13 anni, aveva conosciuto Marion Stinson, l’amore di sempre che sposò nel 1877, quando la carriera calcistica era ormai alle spalle dopo alcuni infruttuosi tentativi di ripartire con le maglie di Crystal Palace e Marlow.
Agli sgoccioli era purtroppo anche la sua giovane vita, che terminò bruscamente il 2 aprile del 1878: dopo aver partecipato a danze sfrenate durante una serata di ballo il mitico ‘primo capitano’ ebbe un malore che lo portò alla morte ad appena 28 anni, probabilmente dovuta a una forma di tubercolosi contratta precedentemente ed evidentemente sottovalutata dal suo medico.
Lasciò la moglie Marion e una figlia, Lillian, che nacque dopo che il papà era scomparso e che crebbe in Canada, molto probabilmente ignara dell’importanza che il genitore aveva avuto nella storia del football, allora ancora passatempo per pochi ma che nel giro di pochi anni sarebbe diventato lo sport più amato al mondo. Uno sport inventato dagli inglesi, il cui primo capitano fu proprio il mitico Cuthbert Ottaway, il più grande sportivo della sua epoca.
fonti varie
Marcello Spadola

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